La gnosi non designa solo un complesso di movimenti religiosi ereticali, confinato nei primi secoli del cristianesimo, ma anche una tendenza a interpretare il sacro e il mondo che metamorfizza in forme nuove e diverse, e non solo nelle religioni. La possiamo assimilare ad un fiume carsico scorrente sotto tutto il corso della tradizione ebraica e cristiana e riemergente nel moderno. Essa comprende un plesso di grandi tesi. La prima è che «il mondo, e l’uomo nel mondo, sono il frutto di una caduta, di una frattura», come scrive E. Samek Lodovici. La seconda è che esiste qualcuno, lo gnostico, che quella frattura è in grado di colmare con opportune tecniche sapienziali. Cosicché ciò che conta, alla fine non è “la creazione creata”, perché è l’uomo che deve produrre la vera creazione, ricreando il mondo, trasformandolo incessantemente e freneticamente, rincorrendo un progresso infaticabile ed inarrestabile (lo si vede in particolare nelle metamorfosi moderne della gnosi). [...]