Ne La musica di Dante Davide Fara coordina un gruppo di nove studiosi provenienti da discipline diverse nell’analisi di quella che viene incipitariamente definita dall’autore come una vexata quaestio: individuare la natura ed il portato semantico dei rapporti tra musica e poesia nella concezione della Commedia di Dante. Si tratta di una tematica affascinante quanto insidiosa, ancora lontana da una sua proiezione sistematica all’interno di gruppi o progetti finanziati di ricerca accademica ma che ha visto crescere esponenzialmente gli interventi ad essa dedicati nelle ultime decadi. Recente prova ne è l’altra monografia collettiva frutto del centenario dantesco, quella coordinata dal musicologo torinese Stefano Leoni (Leoni, La musica e Dante, Rugginenti, 2022), cui partecipa anche lo stesso Davide Fara. L’odierna quanto necessaria intensificazione dei contributi critici dedicati ai diversi argomenti musicali relativi all’opera di Dante risponde, come segnalato nell’introduzione del coordinatore, ad un vuoto fintroppo evidente nella tradizione degli studi danteschi, quello di una bibliografia paragonabile alle tante altre relazionate con Dante e la sua opera; vuoto che inizia -con qualche mirabile eccezione (come quella del commento di Jacopo della Lana)- con le prime lecturae Dantis e si estende fino ai tempi moderni.