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Estratto dal volume
Annali di studi religiosi

A Wider Space of Meaning Poetry As a Resonant Response to Disenchantment
DOI:  10.53136/979122182156734
Pagine: 603-616
Data di pubblicazione: Ottobre 2025
Editore: Aracne
SSD:  M-DEA/01
This critical review discusses Charles Taylor’s last book, Cosmic Connections (2024). The work is first contextualized against Taylor’s intellectual path by asking what philosophical question is answered by the image of poetry as an extra or para–epistemic response to modern disenchantment. The second part of the essay reconstructs Taylor’s argument as follows. After describing how Romanticism revolutionized the way moderns enter a resonant relationship with the cosmos by resorting to the notions of “interspace” and “epistemic retreat”, he outlines the trajectory of this insight within post–Romantic poetry. While Rilke and Hopkins continue the search for a resonant whole with the converging images of “inscape” and “Weltinnenraum”, Baudelaire and Mallarmé take modern disenchantment to its extreme consequences without, however, quenching the evocative power of the lyrical force field. With the “modernist” Eliot and Miłosz, the sense of intellectual powerlessness scales back from the heights reached by the Symbolists, but the search for a believable cosmic order does not go beyond a stubborn faith in the “ethogenic” potentials of human history. Accordingly, Taylor’s book ends with an examination of the prospects for an ethical growth of humanity and its dependency on the spiritual goal of uncovering mimetic, narrative, and theoretical ways to strengthen resonant bonds with others and the world.

La nota critica prende in esame l’ultimo libro di Charles Taylor, Cosmic Connections (2024). L’opera viene dapprima contestualizzata alla luce dell’itinerario teorico tayloriano allo scopo di chiarire quale sia la questione filosofica a cui risponde l’immagine della poesia come reazione extra o para–epistemica al disincanto moderno. Nella seconda parte del saggio viene ricostruito a grandi linee il ragionamento di Taylor che, dopo aver descritto come il romanticismo abbia rivoluzionato il modo in cui i moderni entrano in una relazione risonante col cosmo ricorrendo alle nozioni di “interspazio” e “ritirata epistemica”, delinea la parabola di tale intuizione nella poesia post–romantica. Mentre Rilke e Hopkins proseguono la ricerca di un intero risonante con le immagini convergenti dell’“inscape” e del “Weltinnenraum”, Baudelaire e Mallarmé portano alle sue estreme conseguenze il disincanto moderno senza però estinguere del tutto la potenza evocativa del campo di forza lirico. Con gli “anti–romantici” Eliot e Miłosz il senso d’impotenza intellettuale diminuisce rispetto ai vertici toccati dai simbolisti, ma la ricerca di un credibile ordine cosmico non va al di là di una fede caparbia nei potenziali “etogenici” della storia umana. Significativamente, il libro si conclude con la disamina delle reali prospettive di crescita etica dell’umanità e della loro dipendenza dall’aspirazione spirituale a trovare vie mimetiche, narrative e teoriche per rafforzare i legami risonanti con gli altri e con il mondo.
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