DOI:  10.53136/979122182156718 
                                                        
                                                            Pagine: 335-351
                                                        
                              
                                                                                                
                                
                                                            
                             Data di pubblicazione: Ottobre 2025
                            
                                                        Editore: Aracne
                                                        
                                                                    
                                    
SSD: 
                                         M-DEA/01                                     
                                                        
                        
                        
                        
                     
                    
                 
               
                
                
                
                
                
                    This article argues that awe is not inherently a religious or spiritual emotion. Drawing on psychological research, it adopts Keltner and Haidt’s two–component model of awe as a response to perceived vastness that triggers a need for cognitive accommodation. The article argues that the categorization of an awe experience as religious or non–religious, spiritual or non–spiritual entirely depends on the cognitive resources used by the awestruck subject in attempting to accommodate awe. To distinguish between religious, spiritual, and neither religious nor spiritual variants of awe, the article introduces working definitions of religion and spirituality. Religious awe involves reference to supernatural transcendence; spiritual awe emphasizes personal meaning and authenticity. In contrast, the expression “awe tout court” is introduced to refer to awe experiences that do not involve appeals to supernatural transcendence or subjective self–expression.
Questo capitolo sostiene che il timore reverenziale non è intrinsecamente un’emozione religiosa o spirituale. Basandosi su ricerche psicologiche, adotta il modello a due componenti proposto da Keltner e Haidt, secondo cui il timore reverenziale è una risposta alla percezione di qualcosa di immenso che attiva un bisogno di accomodamento cognitivo. Il capitolo argomenta che la classificazione di un’esperienza di timore reverenziale come religiosa o non religiosa, spirituale o non spirituale dipende interamente dalle risorse cognitive attivate dal soggetto interessato nel tentativo di accomodare tale esperienza. Per distinguere tra varianti religiose, spirituali e né religiose né spirituali dello stupore, vengono introdotte definizioni operative di religione e spiritualità. Il timore reverenziale religioso implica riferimento a un’idea di trascendenza soprannaturale; il timore reverenziale spirituale mette in risalto il significato personale e l’autenticità soggettiva del vissuto. In contrasto con queste due categorie viene introdotta l’espressione “timore reverenziale tout court” per indicare quelle esperienze di timore reverenziale che non comportano richiami ad alcuna trascendenza sovrannaturale né forme di auto–espressione soggettiva.