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Estratto dal volume
Human trafficking in the Artificial Intelligence Era

Il diritto alla protezione delle donne vittime di tratta nell’ordinamento italiano tra diritto e prassi
DOI:  10.53136/97912218182153
Pagine: 25-55
Data di pubblicazione: Aprile 2025
Editore: Aracne
L’Italia rimane un paese di destinazione per le vittime della tratta di esseri umani nonché un paese di transito verso altri paesi europei. Come documentato dalle organizzazioni della società civile, la tratta di donne e ragazze può ritenersi radicata nella discriminazione strutturale basata sul genere e sul sesso e nella femminilizzazione della povertà. Anche la tratta, dunque, si rivela un fenomeno trasversale che trae vantaggio, da un lato, dalla diseguale distribuzione di risorse e, dall’altro, dalle politiche discriminatorie dell’attuale regolamentazione internazionale, europea e nazionale della mobilità internazionale delle persone, consentita su basi soggettive e oggettive fortemente restrittivi. I fattori che spingono le persone a lasciare il proprio paese d’origine (fattori «push») e quelli che le attraggono nei paesi di destinazione (fattori «pull») possono divergere in base ai settori interessati, ad esempio l’industria del sesso o lo sfruttamento del lavoro nel settore edile, agricolo o della servitù domestica. Un altro contesto di protezione delle vittime della tratta di esseri umani è quello del riconoscimento dello status di rifugiato, in quanto progressivamente questo fenomeno criminale è stato annoverato tra le forme di violenza che possono fondare il timore di persecuzione (UNHCR, 2006), spesso determinata da motivi di genere (UNHCR, 2016, 2022). La finalità primaria degli enti anti-tratta che sono coinvolti nel meccanismo di referral deve essere di assicurare che le richiedenti asilo possano godere della più ampia tutela dei loro diritti fondamentali, l’accesso agli strumenti utili a far fronte alle conseguenze traumatiche delle violazioni patite, la definizione di un progetto individuale di fuoriuscita dall’eventuale situazione di violenza ancora attuale. La questione della protezione della vittimizzazione secondaria è stata approfondita con riguardo alle donne vittime di tratta soprattutto nel contesto dei procedimenti penali scaturiti da notizie di reato relative a tratta (articolo 601 c.p.) e riduzione in schiavitù (art. 600 c.p.) di competenza delle direzioni distrettuali antimafia, oltre che nel contesto di procedimento per reati “spia” di cui alla legge 20 febbraio 1958, n. 75. Riflettendo sul fenomeno criminale nel contesto dei processi di compressione grave dei diritti umani, che ancora riguarda in grande proporzione donne, ragazze e bambine, si impone un investimento politico, sociale e di risorse orientato a rendere possibili percorsi di libertà, sin da loro paese di origine, eliminando ogni ostacolo alla circolazione delle persone e dunque anche alla fuga in sicurezza dalle persecuzioni basate sul genere.
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