Nelle ultime righe dell’introduzione a
Produzioni dell’origine di Giuseppe Guglielmi troviamo una citazione tratta da
L’uso dei piaceri di Michel Foucault t: «vi sono dei momenti, nella vita, in cui la questione di sapere se si può pensare e vedere in modo diverso da quello in cui si pensa e si vede, è indispensabile per continuare a guardare o a riflettere» (28). Le parole del filosofo francese, in effetti, esprimono con estrema chiarezza la postura con la quale Guglielmi, mettendo a disposizione della teologia gli strumenti euristici e di analisi critica elaborati dalla filosofia, si confronta con la «complessità che sostanzia la nostra cultura», richiamando anche le istanze più specifiche provenienti dal pontificato di papa Francesco (quali le sollecitazioni alla «transdisciplinarietà», allo «studio della tradizione ecclesiale nell’ottica della creatività o del dogma nella sua articolazione con l’esperienza di fede») che, senza lo sforzo rappresentato dalla «fatica del concetto», rischiano di rimanere delle formule vuote (27).
Leggendo il testo, facilmente torna alla mente un noto discorso del Pontefice che a Firenze, il 10 novembre 2015, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, per riferirsi al tempo presente aveva preferito, all’espressione più classica di “epoca di cambiamento” quella di “cambiamento d’epoca” le cui sfide andavano affrontate e fatte proprie dalla Chiesa sul piano del fare, dell’agire. papa Francesco, evidenziando...