Vedere riconosciute le tragedie della Frontiera Orientale è stato uno dei cavalli di battaglia dei missini, prima, di Alleanza Nazionale poi. L’approvazione della legge 92\2004 – con l’istituzione del Giorno del Ricordo ogni 10 febbraio – è stato dunque il coronamento di una battaglia durata quasi sessant’anni, che doveva rendere giustizia a vittime e esuli dell’invasione iugoslava della Venezia Giulia da parte del regime comunista di Tito. L’approvazione della legge 92\2004 rappresenta dunque il coronamento di un’operazione innanzitutto di verità, ma anche di pacificazione – poiché gran parte degli esuli e dei loro discendenti, ottenuta giustizia storica, non cercavano affatto vendetta ideologica.
Nonostante l’importanza del Giorno del Ricordo si è assistito a un pesante contrattacco da parte delle forze negazioniste, prima, e poi la stagione del cosiddetto ignorazionismo, tuttora perdurante, il cui leitmotiv è costruire una nuova “narrazione” che pur non negando più foibe ed esodo, ne addossasse la colpa al Fascismo e un po’ a tutti gli italiani. Una strategia che si inseriva nel solco dell’ideologia woke e de-colonialista, di colpevolizzazione del passato storico d’ogni nazione bianca.