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Estratto dal volume
Annali di studi religiosi

Intelligenza Artificiale e ingiustizia epistemica nella cura e nella ricerca della malattia mentale: uno stato dell’arte
DOI:  10.53136/979122182156731
Pagine: 559-577
Data di pubblicazione: Ottobre 2025
Editore: Aracne
SSD:  M-DEA/01
Artificial Intelligence (AI) is becoming the focus of media attention and economic investments in many of the world’s economies. However, the ethical and social issues raised by these new technologies are still in the early stages of exploration. In this article, I provide a critical overview of the scientific and philosophical literature on one of these issues: the relationship between AI and epistemic injustice in the field of mental health research and care. In psychiatry, epistemic injustice occurs when the epistemic contributions of individuals suffering from mental illnesses are unfairly discredited by doctors and researchers due to biases related to the identity of the patients, who are considered irrational and unreliable witnesses. While most of the scientific literature on this topic argues that the use of AI in psychiatry could exacerbate and reinforce the existing epistemic injustice, some voices highlight the potential opportunities offered by new technologies in the fight against this insidious form of oppression.

L’Intelligenza Artificiale (IA) si sta ponendo al centro dell’attenzione mediatica e degli investimenti economici di gran parte delle economie mondiali. Tuttavia, le questioni etiche e sociali che queste nuove tecnologie sollevano sono ancora in una fase primitiva di esplorazione. In questo articolo, fornisco una panoramica critica della letteratura scientifica e filosofica su una di queste questioni, ovvero il rapporto tra IA e ingiustizia epistemica nell’ambito della ricerca e della cura psichiatrica. In campo psichiatrico, l’ingiustizia epistemica si manifesta quando i contributi epistemici delle persone che soffrono di malattie mentali vengono ingiustamente screditati da parte di medici e ricercatori a causa di pregiudizi legati all’identità dei malati, ritenuti testimoni irrazionali e poco affidabili. Mentre la maggior parte della letteratura scientifica in merito sostiene che l’uso dell’IA in psichiatria potrebbe aggravare e rinforzare l’ingiustizia epistemica già esistente, alcune voci sottolineano le possibili opportunità aperte dalle nuove tecnologie nella lotta contro questa subdola forma di oppressione.
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