Estratto dal volume Europea
La Russia, l’Europa e la sicurezza spirituale
DOI: 10.53136/979122182130710
Pagine: 151-173
Data di pubblicazione: Luglio 2025
Editore: Aracne
Questo articolo traccia la parabola delle relazioni tra la Russia e l’Occidente, dall’ottimismo post-Guerra fredda fino a uno stato attuale definito dal conflitto in Ucraina. Si sostiene che la divergenza si sia evoluta, passando da uno scontro di interessi geopolitici a una più profonda contrapposizione di valori e di identità civile. L’analisi ricostruisce l’evoluzione della politica estera del Cremlino, evidenziando l’impiego strategico di concetti quali “stato-civiltà” e “sicurezza spirituale” per legittimare le proprie ambizioni di grande potenza. Questa visione del mondo ha ridefinito la percezione russa delle minacce, ponendo le basi per l’aggressione all’Ucraina e complicando severamente ogni futura ricostruzione dell’architettura di sicurezza europea.
This article traces the trajectory of Russia’s relationship with the West, from the cautious optimism of the post-Cold War era to the present-day state of conflict. It argues that this divergence has evolved beyond a traditional geopolitical rivalry into a profound confrontation over values and civilizational identity. The analysis reconstructs the evolution of Kremlin foreign policy, highlighting the strategic deployment of concepts such as ‘state-civilization’ and ‘spiritual security’ to legitimize Russia’s great-power ambitions. This ideational framework has fundamentally reshaped Russia’s threat perceptions, laying the groundwork for the conflict in Ukraine and severely complicating any future reconstruction of the European security architecture.