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Semiotica dei filtri

Fake, Signs, Proxies. A Reflection on Signs as Filters and their Relation to Truth
DOI:  10.53136/97912218180559
Pages: 147-159
Publication date: April 2025
Publisher: Aracne
Se un filtro è qualcosa che agisce come un medium e ha l’effetto di modificare l’aspetto di qualcosa per qualcuno, allora i segni sono filtri. Confrontando le due nozioni, propongo (a) che le azioni trasmesse da un segno (come una sorta di filtro) siano parte del significato del segno stesso; (b) che possiamo distinguere i segni dai surrogati e dai proxy, seguendo una recente distinzione di Floridi (2015), come due diversi tipi di filtri; e (c) che surrogati, segni e proxy intrattengono relazioni differenti con il concetto di verità. Se i surrogati sono come segni falsi (Eco 1990), perché se presi come segni di qualcos’altro cessano di essere surrogati (un surrogato è un proxy che non è un segno), attraverso la riflessione su segni e proxy come filtri è possibile ottenere una nozione di verità coerente con l’epistemologia semiotica. Questa linea di pensiero suggerisce che la semiotica dovrebbe riconsiderare il ruolo della verità nella sua teoria.
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