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Uomini illustri
Omaggio a personalità della cultura moderna e contemporanea

Area 11 – History, philosophy, pedagogy and psychology
Area 15 – Theology and religions
La collana si propone di rendere omaggio a personalità della cultura moderna e contemporanea che si sono distinte nei diversi campi della società civile, dando un significativo apporto al bene comune sia con il loro esempio di vita sia con la propria attività scientifica o professionale.
I volumi pubblicati sono dedicati di volta in volta a una singola personalità di cui si vuole anche commemorare l’operato in occasione di un particolare anniversario che la riguarda. Sottesa a questa logica è anche la pietas christiana che ci rammenta il dovere del ricordo di coloro che ci hanno preceduti nel transito verso l’eternità, assicurando loro in primo luogo il suffragio dell’anima.
I contributi dei collaboratori abbracciano le diverse discipline sulle quali ciascuno di essi ha una competenza specifica, per cui i volumi della collana non afferiscono necessariamente al settore scientifico proprio della personalità che si commemora, spaziando piuttosto in ambiti diversi dello scibile umano.
L’epigrafe scelta per contrassegnare le opere di cui si compone questa produzione scientifica attesta in modo significativo il punto di vista che caratterizza lo sforzo intellettuale di tutti i collaboratori, in perfetta sintonia con il perenne insegnamento del Magistero della Chiesa a cui si manifesta ossequio e obbedienza.
Lo stemma vandeano scelto come emblema dà anch’esso contezza di una precisa identità spirituale che si innesta nell’alveo di un’autentica cultura della vita che non vuole e non può fare a meno di sottomettersi alla Signoria di N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo.
Pio XI promulgando l’Enciclica Quas primas sulla regalità di Cristo (11 dicembre 1925), scrive a tal proposito:
Da gran tempo si è usato comunemente di chiamare Cristo con l’appellativo di Re per il sommo grado di eccellenza, che ha in modo sovraeminente fra tutte le cose create. In tal modo, infatti, si dice che Egli regna nelle menti degli uomini non solo per l’altezza del suo pensiero e per la vastità della sua scienza, ma anche perché Egli è Verità ed è necessario che gli uomini attingano e ricevano con obbedienza da Lui la verità; similmente nelle volontà degli uomini, sia perché in Lui alla santità della volontà divina risponde la perfetta integrità e sottomissione della volontà umana, sia perché con le sue ispirazioni influisce sulla libera volontà nostra in modo da infiammarci verso le più nobili cose. Infine Cristo è riconosciuto Re dei cuori per quella sua carità che sorpassa ogni comprensione umana (Supereminentem scientiae caritatem) e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità: nessuno infatti degli uomini fu mai tanto amato e mai lo sarà in avvenire quanto Gesù Cristo.
Il riconoscimento della Verità oggettiva che si estrinseca nel rispetto della Legge eterna e della Legge naturale costituisce il caposaldo della tutela dei diritti non negoziabili dell’uomo, dal concepimento fino alla morte naturale.
Tutto ciò si oppone alla falsa cultura della morte che tenta sempre di prevaricare le coscienze, traviandone ogni giusto proposito di raggiungere il fine ultimo per il quale l’uomo è stato creato ab origine ossia la salvezza dell’anima con il conseguimento del premio della beatitudine senza fine.
San Pio X nel suo aureo Catechismo (14 giugno 1905) afferma:
Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell’altra in paradiso.
San Giovanni Paolo II, nell’Enciclica Veritatis Splendor (06 agosto 1993) — circa alcune questioni fondamentali dell’insegnamento morale della Chiesa — scrive:
Chiamati alla salvezza mediante la fede in Gesù Cristo, « luce vera che illumina ogni uomo » (Gv1,9), gli uomini diventano « luce nel Signore » e « figli della luce » (Ef 5,8) e si santificano con « l’obbedienza alla verità » (1 Pt 1,22).
Il Santo Pontefice mette in evidenza le difficoltà che l’obbedienza alla Verità oggettiva esige:
Questa obbedienza non è sempre facile. In seguito a quel misterioso peccato d’origine, commesso per istigazione di Satana, che è « menzognero e padre della menzogna » (Gv 8,44), l’uomo è permanentemente tentato di distogliere il suo sguardo dal Dio vivo e vero per volgerlo agli idoli (cf 1 Ts 1,9), cambiando « la verità di Dio con la menzogna » (Rm 1,25); viene allora offuscata anche la sua capacità di conoscere la verità e indebolita la sua volontà di sottomettersi ad essa. E così, abbandonandosi al relativismo e allo scetticismo (cf. Gv 18, 38), egli va alla ricerca di una illusoria libertà al di fuori della stessa verità.
L’auspicio che sta alla base del lavoro di studio e ricerca intrapreso con questa collana corrisponde essenzialmente alla volontà di lasciare un segno di speranza costruttiva che guarda all’Assoluto, per migliorare fin d’ora la cognizione che l’uomo ha di se stesso e delle proprie aspirazioni fondamentali.
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