Tra i tanti temi sollevati dal convegno Le città toscane e l’ambiente dopo la pandemia, resilienza o trasformazione, ai cui atti il n. 94 di “ANANKE” ha dedicato larga attenzione, anche il rapporto tra le città turistiche e un’arte contemporanea esibita tra i monumenti e nelle piazze famose. Con il sussiego un po’ sprezzante di certe vestali del mercato internazionale, di un “cartello” che vorrebbe imporre gusti, scelte e pensieri, si sono accolte, ad esempio, le celebri “luccicanze” milionarie di Jeff Koons a Palazzo Strozzi alle quali danno ora il cambio gli effetti ottici moiré di Olafur Eliasson, per non dire dei cani di bronzo già disseminati per le piazze di Napoli o di Firenze, a provocare la curiosità più che l’apprezzamento delle comunità artistiche cittadine. Nelle nostre città non solo vanno “ricucite” le periferie ma anche è necessario riconnettere l’espressività contemporanea alle persone e ai luoghi (la insopportabile litania del “site specific” non di rado è una mistificazione), per riscattare le ricerche di artisti, artieri, architetti, designer e quant’altro da un sistema che spesso li emargina, tout-court li esclude da una presunta scala di valori. [...]